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Riuscire a scorgerla è il segreto di una vita appassionata.

domenica 2 agosto 2009

KARMA COLA - drumming



Molti anni fa, in un locale jazz di Manhattan un omettino timido, vestito di bianco, all'indiana, scrisse una richiesta per suonare insieme all'orchestrina. Il leader della jazz-band lesse la nota e chiese al cameriere chi l'avesse inviata. Il cameriere indicò per l'appunto un signore indiano seduto in fondo al locale. Il leader dell'orchestrina lo fissò attraverso i suoi occhiali scuri e gli fece segno di salire sulla pedana.

L'indiano lasciò il suo tavolino e non senza difficoltà si fece strada tra gli avventori incuriositi. Il suo procedere era reso più difficoltoso da un paio di tamburi indiani che stringeva nella sinistra.

"Cos'è?" chiese il capobanda.

"I miei tamburi, signore" rispose l'indiano. "Se devo suonare con voi, debbo adoperare il mio strumento, il tabla."

"Già, già, i tamburi" disse il jazzista. "Be', cosa è che vuole suonare?"

"Personalmente, mi piacerebbe suonare il Teen Taal" disse con circospezione l'indiano. "Sarebbe il vostro tre tempi."

Spiegò il suo piano. "Voi cortesemente suonate in questo ritmo base. Io vi accompagnerò con settantadue battiti per la destra e ventiquattro per la sinistra, e poi aumenterò con l'improvvisazione."

L'indiano si creò uno spazio sulla pedana, si sciolse i legacci delle scarpe, se le tolse disponendole ordinatamente sotto il pianoforte. Dalla borsa di stoffa che portava in spalla estrasse un piccolo martello d'argento. Con questo cominciò a colpire i chiodi ai lati dei suoi strumenti.

Il jazzista sorrise alla folla, si sporse in avanti e chiese all'ometto: "Settantadue e ventiquattro, eh? Okay. A proposito, cosa sta facendo con quel martello?"

"Metto a punto lo strumento, signore. Può per favore chiedere al pianista di dire quale chiave preferite?"

Il jazzista si girò verso il pianista e con una scrollata di spalle disse: "Questo qui è matto. Dagli un sol, così se ne va in fretta."

Il pianista, con esagerato formalismo, suonò un'ottava in sol. L'indiano annuì e battè più forte i chiodidei suoi tamburi, usando la parola indiana per la nota sol.

"Immagino voglia dedicare qualcosa a papà" disse il pianista facendo l'occhiolino ai divertiti spettatori.

Il leader sedette alla batteria con aria rassegnata, annuì al suonatore di vibrafoni, tirò su le bacchette, e gridò:"Bene, via!" e l'orchestrina jazz irruppe in uno svelto blues.

Il piccolo indiano sorrise compiaciuto. Cominciò a muovere le mani sui tamburi. Un suono profondo emerse da quello di sinistra. L'altra sua mano era quasi invisibile mentre si muoveva sul tamburo di destra. Dopo alcuni minuti il capo dell'orchestra posò i propri bastoncini e scosse la testa incredulo. Anche il suonatore di contrabbasso si fermò ad ascoltare. Adesso il duetto era tra il pianoforte e l'indiano. Il pianoforte suonava una melodia e il tabla la riproponeva in tempo doppio, poi triplo. Il leader rientrò con i suoi tamburi per creare un solido tre tempi che sostenesse i ritmi intricati dell'indiano. L'indiano e il pianista stavano ridendo di piacere. Il pianista saltava su e giù suonando, l'indiano scuoteva la testa nell'estasi dell'invenzione. A ogni colpo piegava il collo per guardare il leader e poi faceva un cenno affinchè entrambi battessero i tamburi all'unisono. Il ritmo era sempre più svelto. Tutti gli spettatori s'erano alzati in piedi. Applaudivano.

Alla fine il jazzista si tolse gli occhiali scuri e si asciugò il volto.

"Chi sei, amico? Dov'è che hai imparato a suonare così?"
"E' stato molto divertente, signore" disse l'omettino. "Ho appreso la mia arte a Benares. L'Unesco mi ha fatto venire qui per renderla popolare in Occidente. Spero vi abbia dato piacere."

Ripigliò le sue scarpe, fece un profondo namaste ad ogni membro dell'orchestra, si prese anche il martelletto e se ne andò. Non sapeva di aver appena suonato con il più famoso batterista d'Occidente; e il jazzista non sapeva di aver accompagnato il più celebre maestro di tabla dell'India. Ma entrambi avevano avuto un incontro beat.



from KARMA COLA - Il Supermarket del Misticismo Orientale by Gita Mehta

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